Giulio
Iasolino
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Le
acque termali dell'Isola d'Ischia sono ben conosciute ed utilizzate
fin dall'antichità.
Già i primi coloni Euboici (VIII sec. A. C.), come dimostrano
i numerosi reperti archeologici rinvenuti nel sito di Pithecusa e
conservati presso il Museo Archeologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno,
apprezzavano ed usavano le acque delle sorgenti termali dell'Isola.
I Greci infatti utilizzavano le acque termali per ritemprare lo spirito
ed il corpo e come rimedio per la guarigione dei postumi di ferite
di guerra (in epoca pre-antibiotica!) attribuendo alle acque ed ai
vapori che sgorgavano dalla terra poteri soprannaturali; non a caso
presso ogni località termale sorgevano templi dedicati a divinità
come quello di Apollo a Delfi.
Strabone, storico e geografo greco, cita nella sua monumentale opera
geografica l'Isola d'Ischia e le virtù delle sue sorgenti termali
(Geograph. Lib. V).
Se i Greci furono i primi popoli a conoscere i poteri delle acque
termali, i Romani le esaltarono come strumento di cura e relax attraverso
la realizzazione di Thermae pubbliche ed utilizzarono sicuramente
e proficuamente le numerose sorgenti dell'Isola (come dimostrano le
tavolette votive rinvenute presso la Sorgente di Nitrodi a Barano
d'Ischia, dove sorgeva un tempietto dedicato ad Apollo ed alle Ninfe
Nitrodie, custodi delle acque) anche senza fastosi insediamenti;
nell'Isola infatti non sono state rinvenute, come invece a Roma ed
in altri centri termali dell'antichità, imponenti vestigia
di edifici termali |
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Rilievi
votivi in marmo lunense, dal santuario delle Ninfe presso
Nitrodi (Barano) II sec, d. C
Museo Archeologico di Pithecusae |
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