L'eruzione del 1301, che ha originato la colata trachitica dell'Arso, costituisce l'ultima verificatasi sull'Isola in ordine di tempo. Tuttavia i bradisismi differenziali, i terremoti e, in particolare, le manifestazioni esalativo-idrotermali dimostrano che il bacino magmatico ischitano è ancora attivo.
Distribuiti nel territorio ischitano si contano 29 gruppi di sorgenti termali, da cui scaturiscono 103 "emergenze sorgive" e 69 gruppi fumarolici. Quest'ultima costituisce una manifestazione strettamente legata alla precedente in quanto prodotta dalla evaporazione della falda termale.
Si può affermare che dovunque si evidenzino fenomeni esalativi si riscontra anche la presenza nel sottosuolo di acque termali. E' quindi evidente il legame fra i due tipo di manifestazioni in quanto entrambe hanno origine dalla stessa falda termale. Aree con campi fumarolici e sorgenti idrotermali sono distribuiti lungo pressochè tutta la fascia retrocostiera dell'Isola, e in particolare nella località Maronti e in prossimità dei centri abitati di Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. Ulteriori concentrazioni si hanno nel comprensorio interno lungo il bordo occidentale dell'Epomeo e nell'entroterra di Barano e di Panza. Si nota che tutti i gruppi fumarolici e idrotermali si trovano lungo le linee vulcanotettoniche oppure localizzate in corrispondenza di antiche bocche crateriche.
Se si tiene conto che sulle manifestazioni di vapore originatesi da una falda e sulle loro caratteristiche e ubicazione hanno influenza la temperatura della falda stessa, il grado di permeabilità (al vapore e all'acqua) del complesso dei terreni sede della falda e sovrastanti ad essa, si comprende come, fondamentalmente, l'ubicazione delle manifestazioni si manifesti laddove esistono particolarità tettoniche (faglie, fratture) o particolarità strutturali del sottosuolo (colate laviche, ecc.); in altre parole laddove esistono zone a permeabilità relativa più alta. Nei comuni di Forio e Lacco Ameno i gruppi fumarolici di Casa Verde, Roccia della Frana, di Montagna Nuova, di Portella Bianca sono ubicati in corrispondenza dell'orlo craterico di Monte Nuovo. Analogamente nel Comune di Lacco Ameno i gruppi di Monte Vico, di Monte Tabor, del Monte Rotaro, di Citrunia (Forio Campotese) sono localizzati rispettivamente in corrispondenza degli orli craterici di Monte Vico, dei Monti Rotaro e Tabor e dell'Imperatore. I gruppi di Bocca, Bellomo, Vagnulo, Schiappa di Montecorvo , in territorio di Forio, sono in relazione col sistema di faglie (fratture non spontanee) determinanti il versante occidentale del massiccio Epomeico. A loro volta i gruppi di Cava Fasaniello, Monte Cito, Monte di Mezzo, Fasano, Bianchetto e della Regione Cratica (Casamicciola) sono in relazione col sistema di faglia determinante il versante settentrionale dello stesso Epomeo.
Altri gruppi si manifestano tuttavia in zone ove non si notano particolarità tettoniche come ad esempio Lacco Ameno, Cava di Succhivo ecc. L'idrologia sotterranea di una regione vulcanica come Ischia, nella quale si alternano in tutte le direzioni ed a brevi intervalli formazioni di diverso grado di permeabilità è molto complessa e diversa da zona a zona. Da questo quadro derivano le varie combinazioni tra acque di infiltrazione esogena e marina con acque magmatiche endogene (presenza di radon e thorio oltre che ad altri elementi) che sono la prerogativa essenziale delle acque termali ischitane, che possiedono la caratteristica comune di essere fra le più radioattive d'Europa. La loro composizione chimica varia inoltre in funzione della natura dei terreni. Si distinguono in acque cloruro sodiche, con circa 75 emergenze circa nei territori di Ischia Porto, Lacco Ameno, Casamicciola, e acque bicarbonato-alcaline con circa 20 emergenze in territorio di Casamicciola e di Barano.
La loro diversificazione in composizione e temperatura permette le più svariate applicazioni cliniche, fa sì che attualmente gli stabilimenti termali possiedano una decisa specializzazione terapeutica in relazione alle diverse qualità delle acque e con un'utenza nazionale e internazionale.
Pur dalle brevi note precedenti risulta che la natura, la qualità e la quantità delle risorse idrotermali ischitane è tale da consentire di leggere le trasformazioni che hanno interessato l'Isola attraverso i caratteri particolari che lo sviluppo turistico vi ha assunto, proprio con l'affermarsi del termalismo curativo.
Conosciute sin dall'antichità e rilanciate nell'ottocento a livello elitario, le attività connesse allo sfruttamento delle risorse idrotermali sono infatti divenute in anni recenti il fattore decisivo nella trasformazione economica, sociale e insediativa dell'Isola.
In particolare, è a partire dagli anni '60 che viene individuata nell'industria turistica non solo una valida alternativa alla vecchia economia agricola in via di regressione, ma il nuovo punto di forza dello sviluppo locale. Di conseguenza, alla storica monocoltura del vigneto si sostituisce poco a poco la monocoltura del termalismo. Le prime incentivazioni turistiche lanciate a livello nazionale e internazionale si polarizzano su Lacco Ameno e Ischia Porto ove vengono realizzati grandi complessi termali, attrezzature alberghiere a carattere residenziale, Parchi termali impostati sul principio del termalismo all'aria aperta. In breve il processo si estende ai versanti occidentali e meridionali dell'Isola, in zone costiere o ad alto quoziente di panoramicità, con attività imprenditoriali diffuse tese a soddisfare una domanda ormai di massa.
L'affermazione di un turismo balneare rispondente ad analoghe esigenze, con l'enorme sviluppo delle seconde case e dell'edilizia abitativa in genere, intrecciandosi con il termalismo in piena espansione, contribuisce ad attivare consistenti e diffusi processi di consumo del territorio oggi ben leggibili nell'assetto insediativo, paesaggistico e ambientale che rischia di fare dell'Isola un'immensa anonima periferia. Se è quindi vero che il turismo rappresenta per Ischia un importante e incontrovertibile fattore di benessere economico e di sviluppo sociale, è altrettanto vero che, per le specifiche caratteristiche che lo contraddistinguono, sta producendo effetti di notevole portata sul contesto territoriale che lo ospita. Esso genera infatti un processo di trasformazione, che non accenna ad arrestarsi e che tende ad annullare la diversità e a rendere l'ambiente banale e stereotipato in quanto inclina a riprodurvi le condizioni urbane. Si può addirittura dire che la banalizzazione, ovvero la perdita di specificità e qualità ambientale che sta affliggendo l'Isola, costituisce il diretto effetto a livello sistemico di un particolare tipo di "inquinamento": quello prodotto da un tipo di turismo, che per essere sempre più massificato e invasivo, rischia di distruggere le stesse risorse che ne hanno determinato la presenza sul territorio e quindi, in definitiva, distruggere sé stesso.