Sono in viaggio verso i giardini Poseidon, parco termale che si trova a Forio d’Ischia.
Sono nella mia auto e mi muovo con fretta per non arrivare tardi all’appuntamento.
Mi attende una delle realtà isolane più incredibili. Perché?
Il giardino si estende per sei ettari nella stupenda baia di Citara. Acque cristalline bagnano una sabbia dalle sfumature verdi. Mi trovo sul versante ovest dell’isola, uno dei più belli. Qui il sole d’estate, tra le diciannove e le venti e trenta, trova le sue espressioni più romantiche, per chi è innamorato, e quelle più esistenzialistiche per chi è riflessivamente triste. Sono curioso di mettere i piedi in questo luogo che dal 1959 si estende tra collina e spiaggia, tra cielo e terra. Mi accoglie il responsabile tecnico del giardino, il gentilissimo architetto Bruno Macrì che, da ormai venti anni, insieme a oltre 120 dipendenti gestisce il ritmo di una bellezza rossa come il tramonto della stupenda Forio.
Poseidone è il dio dei mari e qui ha trovato un angolo di relax eccezionale.

Rifugio per il corpo

Basta però con le metafore e le immagini elegiache. Entrando nel parco ci si trova subito immersi in un giardino d’acque, di foglie e colori incredibili. Oltre diciassette piscine, dai ventotto ai quaranta gradi, invitano gli occhi al ristoro, a fermarsi, a trovare sosta nella faticosa routine quotidiana. Tre ristoranti per gestire le esigenze del palato perché qui, oltre all’anima, è il corpo che trova un rifugio: proiettatevi per un momento con la vostra immaginazione assetata di vacanza sul bordo di una piscina enorme, come quella di trentaquattro gradi (che tra l’altro ricorda la forma dell’isola d’Ischia), a osservare, immersi nelle bollicine del vostro idromassaggio, l’orizzonte più sterminato, disegnato solo dal mare e dal cielo.
Immaginate qualche gabbiano che tratteggia la vetta delle vostre preoccupazioni le quali, improvvisamente, si dissolvono alla vista di questa immensa sfera di colore arancione che – come voi – affoga i propri dispiaceri a Ischia, in paradiso.
Si! Diciamolo chiaramente, che… stress!
Il parco termale è strutturato a terrazze, come se fosse un vigneto d’acque. Da ogni punto vi è concessa la visione del mare: dalle poltrone Naiadi, piccole nicchie in pietra, dove sedersi e godere del flusso terapeutico delle acque termali che, dalle spalle fino alle punte dei vostri piedi greci, accompagnano il vostro corpo in una dimensione onirica; dai percorsi Kneipp, metodo inaugurato da un medico tedesco nel 1900, i quali stimolano il funzionamento del metabolismo, basandosi sull’alternanza di acque calde e fredde.

Grande meraviglia

Insomma, questa grande meraviglia del Mediterraneo contiene una serie di infinite possibilità per coniugare benessere fisico e mentale, senza dimenticare il piacere dei sensi, della sensualità.
I tre ristoranti, poi, hanno caratteristiche differenti tra loro: troverete quello dove poter gustare in velocità insalate leggere, altri in cui mettere alla prova il vostro palato, sempre rispettando la magnifica tradizione culinaria partenopea. Inoltre vi segnalo la grotta del vino, scavata nel tufo giallo, dove indugiare all’ombra di un pergolato per sorseggiare un vino locale, sia esso Biancolella o Forastera.
Ma dal vino torniamo all’acqua. Da dove provengono queste acque miracolose? Bruno mi spiega che vi sono 10 pozzi termali (alcuni con temperature fino a cento gradi) da cui l’acqua viene convogliata nelle piscine, tutte prive di elementi chimici. Le piscine, infatti, vengono ogni giorno svuotate. Esse si purificano in un costante movimento tra canali che le collegano lungo tutto il giardino, un filtraggio naturale che nel movimento, dall’alto verso il basso, mantiene le acque limpide. Un circuito aperto e virtuoso.
Nel 1959 fu un medico tedesco di nome Gernot Walde (Wald in tedesco significa foresta) il primo proprietario, poi fu la volta (alla fine degli anni ’60) di un industriale bavarese Ludwig Kuttner. Adesso è un architetto, la signora Lucia Behringer, a conservarne la bellezza e l’efficienza. Insomma gestione tedesca da sempre. I tedeschi direbbero: «Alles fest in deutschen Haenden», tradotto «tutto saldo e quindi al sicuro nelle mani tedesche».
Come dargli torto!

Sole, mare e oasi d'ombra

Le tre piscine d’acqua marina sono defilate, sulla zona più a ovest del giardino destinata agli ospiti più piccoli i quali, purtroppo, non possono per ovvi motivi sostare nelle acque termali. Tre accessi alla spiaggia completano l’esperienza Poseidon, senza tralasciare nulla. Gli stessi ombrelloni, che numerosi arredano le piscine, sono di manifattura artigianale.
Tutti di rafia, naturali. Esiste una vera officina dedicata a queste oasi d’ombra che, dagli inizi degli anni ’60 ad oggi, da zio a nipote viene curata e tramandata. Quest’ombrellone è stato ideato in questo parco, dal signor Michele Castaldi che, adesso, ha lasciato al nipote Luigi l’onere di tramandare questa manifattura made in Poseidon.
Non dimentichiamo inoltre le saune che si trovano sul versante più alto del parco: incastrate in una sorta di spiraglio nella collina, in un canyon di tufo stupendo. La sauna del Poseidon ha una temperatura di circa quarantacinque gradi. All’esterno dell’entrata, due bassorilievi di natura mistica (due uomini in posizione meditativa) ne custodiscono il calore. Fonti certe narrano che questa grotta naturale prima di diventare una sauna, fosse la dimora – inizio degli anni ’50 – di una sorta di guru tedesco che con la sua presenza affascinava le persone. Un piccolo Poseidone. Certo è che Forio in quegli anni ha visto la frequentazione di personaggi estrosi e di grande creatività e di sicuro il parco ne è stato testimone.
Eppure qui non è solo la bellezza a farla da padrona, ma il lavoro svolto secondo canoni che richiedono il rispetto per l’ambiente, producendo una perfetta integrazione paesaggistica con l’isola. Le pietre che disegnano questi luoghi, gli alberi e i fiori sono parte naturale di questo ingegno umano. Non è da tutti riuscire a coniugare questi aspetti. Ai giardini Poseidon troverete questo e molto di più: mens sana in corpore sano.

di Raffaele Mirelli


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