Dall’Assoluto al Principio, come diceva Hegel di Talete (il filosofo per eccellenza), da Aristotele definito il primo “saggio” di una lunga e travagliata storia di pensieri e ripensamenti.
L’essere umano è composto d’acqua, tutti gli organismi la contengono in un piccolo bacino chiamato corpo.
E’ proprio sul nostro corpo scorre, miracolosa, divina cui noi siamo devoti perché simbolo di salvezza.
Dove nasce una fonte, l’essere umano venera Dei, Ninfe! Alla Fonte delle Ninfe Nitrodi, sita in Barano d’Ischia, scorre il tempo, la storia, la ritualità dell’incontro delle civiltà, dei loro culti e del Dio Apollo.
Oggi siamo in dialogo con Giuseppe Di Meglio e Luciano Iacono, due giovani imprenditori dinamici che hanno saputo cogliere una sfida, rilanciando un vecchio slogan ischitano, rinnovandolo, “benessere e cultura”, con dedizione e caparbietà.
Raffaele Mirelli: Per Talete, filosofo dell’antica Grecia, il principio di tutte le cose era l’acqua…
Giuseppe Di Meglio: Cosa che riesco a condividere, anche se solo dal punto di vista metaforico. Nel parco mi accorgo che questo elemento mi avvolge, formando un habitat complesso di cui l’acqua è elemento fondante.
Luciano Iacono: Sono d’accordo!
La sensazione è quella di “ritrovarsi”: quando i nostri visitatori fanno la doccia sono immersi non solo nell’acqua, ma anche nel verde, nel silenzio avvolto dallo scorrere dell’acqua, quindi nella loro natura.
Noto in loro una vitalità diversa, un vigore pari a quello che mostrano le piante del nostro giardino in questa stagione.
R.M: Ovviamente in questo parco non si parla solo di metafore, ma di veri e proprio effetti benefici, donati dalle qualità di queste acque ipotermali.
G. DM.: Si, ed effettivamente sono proprio le caratteristiche organolettiche di queste acque che permettono di curare malattia delle pelle e non solo. Quest’acqua è rocciosa, porta in sé la terra dalla quale sgorga, le piante alle quali e dalle quali trae giovamento. Salus per aquam et herbas: un binomio essenziale, l’essenza mediterranea, la nostra natura.
L. I: Vero, quest’acqua non è mai sola! Le sue qualità benefiche, infatti, sono il riassunto, la sinergia di un microcosmo equilibrato che lavora insieme.
R.M.: Come affrontate la quotidianità nell’amministrare questa lunga storia che, dai greci in poi, ha scandito il tempo di condivisione, anche nella malattia?
G. DM.: Lo fa ancora oggi! L’acqua che scorre qui è per natura divina. La naturanel suo dispiegarsi ci sommerge di doni e noi (in passato) attraverso l’ex voto cerchiamo di ricambiare, mettere in equilibrio questa relazione storica.
E’ difficile rendere accogliente questo luogo, creando armonia dove è già data. Ogni giorno siamo qui, ci bagniamo in queste acque e credo sia il modo migliore per apprezzare e promuovere quello che facciamo da imprenditori. In questo luogo vi è un divenire naturale: si passa dalla malattia, attraverso il processo di guarigione, alla salute.
La fonte per noi è diventata una casa.
Io stesso quando accolgo progetti nuovi, invito gli interessati a venire qui, a fare una doccia. Il costume da bagno diviene per noi l’abito formale più elegante (ride).
L. I. : Ovviamente è anche un modo per scappare dal caos quotidiano: fermarsi e sentire lo scorrere dell’acqua sul proprio corpo è come risintonizzarsi con se stessi.
La gestione delle fonti è delicata come l’acqua stessa; ogni anno rappresenta una nuova avventura. Quest’anno siamo partecipi dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale (2018), significa che il nostro discorso imprenditoriale si avvicina ai nuovi trend del marketing turistico, dove la cultura rappresenta un’esperienza imprescindibile nella gestione delle risorse territoriali.
L’acqua è storia, specchio degli usi e dei costumi delle civiltà.
R. M.: E se vi dicessi che non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume – come affermava il filosofo greco Eraclito –, nella stessa acqua?
G. DM.: Questa massima è molto bella! Mi fa capire quanto la singolarità di certe cose, degli esseri viventi, sia importante da comprendere, custodire. L’acqua parla di noi, del tempo, dell’irripetibilità del tempo. Non ci si bagna due volte, anche nello stesso mare. Quest’acqua sgorga verso il mare, attraversa una valle ricca di vegetazione che affaccia al sud dell’isola. Gli esseri viventi, un insetto per esempio, hanno un ciclo di vita limitato ad una sola stagione e, anche se ogni anno vediamo le stesse specie abitare il nostro parco, poche volte capiamo che non sono i medesimi: cambiamo, mutiamo e a volte non ci facciamo caso.
L. I.: Anche le persone cambiano, tutto scorre, passa. Bisogna tenerlo a mente.
Forse così riusciremo a valutare meglio le cose, le situazioni in cui ci sembra di essere imprigionati ogni giorno. Essere qui significa ritrovarsi, e in un certo senso significa salvarsi, curarsi.
Riflessione conclusiva:
Mentre discutiamo ancora della vita, dell’acqua, essa continua a scorrere incurante delle nostre parole e considerazioni. Siamo di passaggio su questo pianeta e ci sono entità più longeve di noi esseri umani, come l’acqua di Nitrodi, che ricreano luoghi di riunione e di ritualità storiche.
L’acqua è simbolo di purificazione, di rinascita, è metafora sensazionale dello scorrere del tempo. Il tempo, infatti, scorre come l’acqua di un fiume e si ripete come l’onda in un mare. L’acqua battezza, consacra in atto comunitario l’evento della nascita degli esseri viventi. La doccia di Nitrodi è un’esperienza di raccoglimento con se stessi, scorre sulla pelle, dall’esterno, per dare beneficio all’interno.
Ci si può bagnare in due modi: dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, immergendosi, ma mai nella stessa acqua.
Come la saggezza orientale insegna, nulla è più duttile e forte dell’acqua.
Essa è impalpabile, si dice sia incolore, eppure li riunisce tutti, facendoli risplendere in un’accoglienza unica. E’ signora incontestabile, per la maggior parte del tempo è il tempo stesso. Si adatta meravigliosamente al nostro pianeta, proteggendolo, divenendo voce più forte in rotonda gravità.
Si trova ovunque su questo pianeta e, dove non esiste, non esiste vita. Si nasconde nelle rocce e attraversa le terre come arteria ricca di ossigeno. Ci fonda e ci affonda, rendendo evidente la condizione umana.
di Raffaele Mirelli